Possiamo parlare finché vogliamo di quanto il mondo sia globalizzato. Resta il fatto che la maggior parte delle organizzazioni – perfino le corporation più multinazionali – tendono a rimanere locali nelle

nel lavoro manageriale l’apprensione è costante: il manager non è mai libero di dimenticare i suoi impegni, non prova mai, nemmeno per un attimo, il piacere di sapere che non gli è rimasto nulla da fare.

agire per il meglio.

loro sedi centrali.

In sintesi, potremmo paragonare la posizione del manager al collo della clessidra, che si trova tra una rete di contatti esterni, da una parte, e l’unità interna da gestire, dall’altra. Il manager riceve dall’interno

Gestire mediante l’informazione significa sedersi a due passi di distanza dall’obiettivo finale: l’informazione viene elaborata dal manager con lo scopo di incoraggiare le altre persone a compiere le azioni necessarie. Su questo piano, in altre parole, il manager non si focalizza né sulle persone, né direttamente sulle azioni, ma sull’informazione

il prevalere dell’azione sulla possibilità di riflettere; il ricorso quasi esclusivo a una comunicazione orale e informale; la natura orizzontale e collaborativa, più che verticale e gerarchica, di gran parte delle relazioni con colleghi e assistenti; l’esercizio di forme di controllo tacite più che esplicite.

La gestione manageriale non è una di queste cose, ma tutte: è controllare e agire e fare affari e riflettere ed essere leader e decidere e altre cose ancora, non separate e sommate, ma fuse l’una nell’altra. Togliete

i manager devono tirare fuori il meglio dalle altre persone, mettendole nella condizione di dimostrare tutto il loro sapere e quindi di decidere e